Coppie Omosessuali : Si al ricongiungimento familiare

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La Corte di Giustizia europea dei diritti dell’Uomo, nella sentenza Pajic contro la Croazia, depositata il 23 Febbraio ha stabilito che il partner di una coppia dello stesso sesso ha diritto a ottenere il permesso di soggiorno per ragioni legate al ricongiungimento familiare. È vero, infatti, che gli Stati hanno libertà nella scelta delle proprie politiche sull’immigrazione ma non possono violare il diritto alla vita familiare degli individui.

A rivolgersi a Strasburgo era stata una cittadina di nazionalità bosniaca cui era stata respinta la richiesta di permesso di soggiorno fondata sul ricongiungimento con la propria compagna che viveva in Croazia. Questo perché, secondo la   legge interna dello stato membro, in materia di immigrazione concede espressamente il diritto solo a partner di coppie eterosessuali, tacendo sulle altre.

La Corte vi ha visto, a ragione, una chiara violazione della Convenzione europea, scrive Strasburgo, che ha condannato la Croazia per violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare (articolo 8) e del divieto di discriminazione (articolo 14).

Prima di tutto, i giudici internazionali hanno riconosciuto il diritto alla vita familiare, che include i legami di fatto e non solo quelli formalizzati dal matrimonio, alle coppie dello stesso sesso che godono, così, del diritto al pari delle coppie eterosessuali. Strasburgo, tra l’altro, sottolinea l’evoluzione nella nozione di famiglia e il fatto che un numero molto elevato di Paesi che hanno ratificato la Convenzione già prevede un riconoscimento giuridico alle coppie dello stesso sesso.

È evidente che, nel prevedere l’attribuzione del permesso di soggiorno per il ricongiungimento unicamente a un partner eterosessuale e non a quello di una coppia dello stesso sesso, lo Stato membro, viola palesemente la Convenzione compiendo una disparità di trattamento. Tra l’altro, se lo Stato gode di un ampio margine di apprezzamento in materia di immigrazione, tale margine è limitato per questioni legate all’orientamento sessuale. Questo vuol dire che anche se non è previsto espressamente nella legislazione interna, il diritto ad ottenere il permesso di soggiorno per il partner dello stesso sesso va riconosciuto.

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