Stalking, si configura anche se manca la “rappresentazione anticipata del risultato”

Stalking, si configura anche se manca la “rappresentazione anticipata del risultato”

 

 

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Corte di cassazione – Sezione V penale – Sentenza 15 maggio 2013 n. 20993

 

La Corte di Cassazione Penale, con la sentenza n. 20993/2013, ha previsto che affinchè si configuri il reato di stalking non occorre “una rappresentazione anticipata del risultato finale, ma, piuttosto, la costante consapevolezza, nello sviluppo progressivo della situazione, dei precedenti attacchi e dell’apporto che ciascuno di essi arreca all’interesse protetto, insita nella perdurante aggressione da parte del ricorrente della sfera privata della persona offesa”

 

Per gli “Ermellini”, di fatti, “trattandosi di reato abituale di evento, è sufficiente ad integrare l’elemento soggettivo il dolo generico, quindi la volontà di porre in essere le condotte di minaccia o di molestia, con la consapevolezza della idoneità delle medesime alla produzione di uno degli eventi alternativamente necessari per l’integrazione della fattispecie legale, che risultano dimostrate proprio dalle modalità ripetute ed ossessive della condotta persecutoria compiuta dal […] e delle conseguenze che ne sono derivate sullo stile di vita della persona offesa

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