l’investimento sui bond Cirio e Parmalat era a rischio, sì al risarcimento – Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza 18038/2012, ha sancito l’obbligo di risarcimento per gli istituti che non hanno attentamente valutato la propensione al rischio dell’investitore, che anche quando non rivelata dal diretto interessato, deve desumersi dal suo profilo e che non hanno comunicato le doverose informazioni sui rischi legati all’acquisto.

I prodotti finanziari in oggetto erano, di fatti, privi di un rating ufficiale con un livello di rischio immediatamente precedente a quello speculativo.

Nel caso oggetto della pronuncia della Suprema Corte, il ricorrente aveva fatto presente che i bonds erano stati negoziati prima che fossero immessi sul mercato, nel periodo del cosiddetto “grey market”, ed erano destinati, in primis, ai soli investitori istituzionali; per i Giudici della Cassazione è irrilevante che non fosse chiaro il rischio di default della società emittente e non era sufficianet che i titoli fossero venduti da altri istituti per considerarli “convenienti”.

Quindi per gli Ermellini, l’investimento sui bonds Cirio e Parmalat era da ritenersi, altamente rischioso, e perciò l’istituto di credito aveva l’obbligo di comunicarlo al cliente anche se al momento della stipula non si parlava ancora di “default”

In nessun conto sono state tenute le difese dell’ intermediario finanziario, per il quale  il cliente non era uno sprovveduto dato che era abituato a investire per conseguire guadagni, dato che per la normativa Consob i precedenti acquisti di titoli a rischio non sono sufficienti a rendere un operatore “qualificato”