L’ ultima tasi ? a cura dell’Avv. Francesco Pizzuto

Ai sensi dell’ articolo 53 della Costituzione italiana tutti gli individui sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva ed il sistema tributario risulta essere informato ai criteri della progressività. Nella trattazione specifica dei tributi gravanti sui beni immobili, l’ imposta comunale (ICI) è stata istituita per la prima volta nel 1992 con il Decreto Legislativo n. 504 e con il chiaro intento di ridurre il finanziamento statale agli enti locali. Lo step successivo, meglio riconducibile ad una contesa politica piuttosto che ad una ratio di natura economica, si è avuto prima attraverso la riduzione della tassa nel 2007 (con il governo Prodi) e successivamente con l’ abolizione della stessa relativamente alla prima casa (governo Berlusconi). Tale manovra, attuata grazie al Decreto Legge n. 93 del 2008, convertito in Legge 126/2008, prevedeva la sopravvivenza dell’ imposta sulle prime abitazioni esclusivamente per quelle di lusso.

Nell’ ottica di un livello diffuso di federalismo fiscale, nel 2011 l’ imposta comunale sugli immobili cambia veste e si trasforma in “imposta municipale unica”. Facendo uso, ancora una volta, dello strumento del decreto, si giunge alla più recente IMU che, oltre a sostituire l’ Ici, sostituisce l’ irpef per la componente immobiliare e le addizionali. Così, non solo viene ripristinata la tassazione sulla prima casa, ma per il calcolo si assiste perfino all’ incremento dei coefficienti moltiplicativi delle rendite catastali, con un’ aliquota base pari allo 0,76 %. La ripartizione del gettito viene previsto in eguale misura a beneficio di Stato e Comune. Grazie alla Legge di Stabilità del 2013 il soggetto attivo diviene al 100% il Comune. Infine, con la Legge di Stabilità del 2014 l’ Imu sulla prima casa si trasforma in Tasi, tributo locale sui servizi indivisibili. Un nome nuovo che intende porne in evidenza la destinazione a favore dei servizi comunali rivolti alla collettività, come l’ illuminazione e la manutenzione stradale.

Sta di fatto che per esigenze di pubblici bilanci e per il periodo di recessione che il nostro Paese continua ad attraversare sono state necessarie manovre tendenti ad aumentare anche il gettito derivante dalla tassazione del patrimonio immobiliare. Si è passati da poco più di nove miliardi incassati nel 2011 attraverso l’ Ici, a quasi trenta nel 2014 in virtù del binomio Imu – Tasi. E cosa accade adesso? Ancora una volta interviene ad innovare questa materia la Legge di Stabilità. Quest’ ultima, tuttavia, ha espressamente previsto l’ abolizione della tassa sull’ abitazione principale (ad eccezione delle residenze di lusso). Viene spontaneo chiedersi se questa novità sia propedeutica alla nascita di una nuova tassa e se il vuoto lasciato da questa imposta non arrechi pregiudizi nell’ immediato futuro. Sono molte le probabilità di tornare a pagare lo stesso tributo sotto un acronimo nuovo, addirittura tra un anno o due, magari con aliquote o modalità di calcolo tutte nuove… Quella versata lo scorso anno sarà stata davvero l’ ultima tassa sulla prima casa?

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