Gratuito patrocinio, la “suocera” convivente fa reddito
Corte di cassazione – Sezione – Sentenza 13 novembre 2012 n. 44121
Per la Cassazione anche la ‘famiglia di fatto’ è ormai una “realtà sociale che esprime caratteri e istanze analoghe a quelle della famiglia ‘stricto sensu’ intesa“. Lo ha stabilito la Suprema Corte, con la sentenza 44121/2012, nel revocare l’ammissione al gratuito patrocinio nei confronti di un 48enne pugliese Donato I. che abitava insieme alla compagna e alla madre di lei.
La Quarta sezione penale ha considerato legittima la decisione del Tribunale di Fasano, giugno 2005, che ha ritenuto di dovere cumulare nel reddito – ai fini della revoca del gratuito patrocinio – anche quello della suocera acquisita.
I Giudici di Piazza Cavour hanno respinto la tesi difensiva, che voleva dimostrare che la suocera acquisita non poteva essere ritenuta familiare, ricordando che “appare orientata costituzionalmente l’interpretazione che va data al termine ‘familiare’, riferibile non solo a coloro che sono legati all’istante da vincoli di consanguineità, o comunque, giuridici, ma anche a coloro che convivono con lui e contribuiscono al ‘menage’ familiare”.
Un concetto, ricorda la Cassazione, che vale ancora di più nel momento in cui ci si confronta “con le mutate concezioni che via via si sono affermate nella società moderna”. Ecco perché “la giurisprudenza – insistono gli ‘ermellini’ – ha dato atto che il legislatore, in materia di rapporti interpersonali, ha considerato la famiglia ‘di fatto’ quale realtà sociale che, pur essendo al di fuori dello schema legale cui si riferisce, esprime comunque caratteri e
istanze analoghe a quelle della famiglia ‘stricto sensu’ intesa”