Si può dire all’avvocato che è un “lanacaprista”…
Pronuncia curiosa e salva “pedanti”;
La Cassazione, con la sentenza n. 2411/2012 ha stabilito che non configura alcun reato accusare di pedanteria chi fa perdere tempo con ‘questioni di lana caprina’ attardandosi in questioni inutili, sottili e oziose.
E’ quanto riportato dalla sentenza in oggetto, per la quale quindi, non è reato evidenziare l’altrui pesantezza nelle discussioni.
Per i Giudici del palazzaccio, anche se l’epiteto, “lanacaprista”, rivolto ad un pedante avvocato, può aver toccato la suscettibilità del legale che non può però considerarsi come avente una valenza denigratoria; di fatti, per la Corte, con questo termine si vuole designare “una persona priva di senso pratico, che disputa per il piacere di discutere e di sottilizzare, senza che la sua fatica, correlativa a quella degli ascoltatori, presenti un costrutto apprezzabile”.
Di certo, aggiungono i Giudici di legittimità, si tratta di un epiteto “poco felice” ma che va considerato alla stregua di altri ugualmente diffusi, quali “sofista, filosofo e via dicendo, che denotano la tendenza all’astrazione e alle complicazioni inutili”.